Materiali e caratteritiche costruttive
Spesso i sistemi costruttivi più antichi sono in realtà molto efficienti e dimostrano una conoscenza perfetta delle caratteristiche dei materiali.
L’opus craticium, letteralmente opera a graticcio, è un tipico esempio di questa tendenza: si tratta di una tecnica già ampiamente utilizzata dai Romani per la realizzazione di edifici con struttura portante completamente di legno.
Oltre che nei solai e nelle coperture, questo materiale viene infatti impiegato anche nelle pareti perimetrali e nelle partizioni interne tramite la creazione di un telaio (o graticcio, da cui il nome) formato da montanti verticali, traversi orizzontali ed elementi diagonali connessi con incastri di vario tipo.
Ciascun elemento ha la propria funzione: il tetto e i solai, analogamente agli edifici in muratura, trasmettono i carichi alle strutture verticali, costituite in questo caso dai montanti del graticcio; mentre i controventi diagonali irrigidiscono il telaio rendendolo indeformabile.
Fondamentali sono anche le fondazioni, generalmente consistenti di plinti o muretti in pietra o mattoni, il cui ruolo principale consiste nel proteggere il legno dall’umidità del terreno impedendone la marcescenza.
Questo basamento talvolta coincide anzi con l’intero piano terra. In corrispondenza di ciascun solaio si trova inoltre una lunga trave orizzontale necessaria per ripartire i carichi verticali e consentire l’uso di montanti verticali più corti: l’altezza di tali elementi coincide infatti con quella di un intero piano, perché anticamente era molto difficile e costoso trovare e trasportare alberi con tronchi molto alti e diritti, e inoltre la costruzione di un solo edificio richiede parecchio legname.
Porte e finestre sono invece ricavate lasciando semplicemente libere le bucature corrispondenti.
Completata l’opera di carpenteria, il traliccio (quasi sempre lasciato in vista con effetti estetici molto particolari) è tamponato con vari tipi di materiale: murature in pietrame, mattoni di laterizio o terra cruda (adobe), tavole di legno, argilla mescolata con paglia o perfino stuoie di canniccio intonacato.
I numerosi vantaggi (velocità di esecuzione, resistenza, leggerezza, scarso costo, uso di materiali facilmente reperibili e semplicità costruttiva) sono tuttavia bilanciati da alcuni svantaggi come la vulnerabilità al fuoco e agli agenti patogeni del legno (funghi, muffe e insetti xilofagi) o la rigidità della tecnica costruttiva che rende molto difficile inserire o modificare bucature e partizioni interne.
CASE A GRATICCIO in Italia e in Europa
L’opus craticium fu sicuramente la tecnica costruttiva più diffusa e utilizzata nel Medioevo nella realizzazione delle case di edilizia minuta: ad esempio ne Gli effetti del Cattivo Governo affrescato da Ambrogio Lorenzetti nel 1337-1338 all’interno del Palazzo Pubblico di Siena si nota chiaramente uno sporto ormai fatiscente realizzato proprio con questo sistema.
Tuttavia in Italia gli edifici di questo tipo tuttora esistenti non sono molto comuni: il nemico più temuto delle città medievali sono infatti gli incendi, e molti Comuni italiani si affrettarono a emanare bandi e ordinanze per imporre l’uso di murature in pietra o mattoni e la demolizione degli sporti troppo aggettanti. Alcune attestazioni superstiti dell’opus craticium sono tuttavia visibili nel centro storico di Como, a Cividale del Friuli, dove una piccola casa trecentesca mantiene il suo sporto aggettante costruito con questa tecnica, a Cento in provincia di Bologna in un edificio (presumibilmente databile al XIII secolo) con portico in legno e sovrastante facciata a traliccio e in alcuni edifici rurali nelle zone più marginali dell’Appennino Bolognese. Molto più comuni sono invece i tramezzi interni non portanti come quelli recentemente scoperti in un palazzo rinascimentale nel centro storico di Ferrara o gli edifici antisismici nel Meridione costruiti a partire dal XVI secolo.
Tuttavia le case a traliccio italiane si caratterizzano per le loro piccole dimensioni e il telaio molto semplice formato dai soli elementi verticali ed orizzontali, spesso completamente nascosti da uno strato di intonaco.
Nel nord Europa, e soprattutto in Francia, Germania, Svizzera e Inghilterra questa tecnica costruttiva ha invece raggiunto risultati espressivi di grandissimo pregio. Si possono inoltre delineare alcune tendenze generali:
– ciascuna di queste regioni ha generato la propria variante di opus craticium, chiamata con un nome specifico e codificata dalle tradizioni costruttive locali;
– è chiaramente identificabile un vero e proprio processo evolutivo, perché gli edifici più antichi si caratterizzano per le soluzioni compositive più semplici;
– contrariamente agli edifici italiani il telaio è quasi sempre progettato per rimanere a vista: i controventi diagonali e gli elementi di irrigidimento diventano infatti veri e propri elementi decorativi, spesso addirittura arricchiti da motivi ornamentali intagliati nel legno;
– si notano due varianti fondamentali, da cui discendono tutte le altre: nella prima i montanti verticali coincidono con l’altezza di ciascun piano, mentre nella seconda il telaio diventa un intreccio molto complesso in cui risalta l’intricato reticolo dei controventi diagonali.
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