San Sebastiano in Vallepiatta: un oratorio senese del ‘500

San Sebastiano in Vallepiatta è un piccolo oratorio cinquecentesco nel centro storico di Siena, dal 1818 sede della Contrada della Selva, una delle 17 Contrade che partecipano al celebre Palio.

STORIA

I lavori cominciarono nel 1493 per iniziativa dei componenti dell’Arte dei Tessitori, che intendevano utilizzarla come sede per le proprie adunanze, e nel 1514 viene già descritta come consacrata e funzionante. In seguito alla soppressione delle antiche corporazioni in epoca napoleonica, la chiesa passò nel 1810 alla Contrada della Pantera e successivamente alla Selva che la detiene tuttora.

Il progetto è attribuito al famoso architetto e trattatista senese Francesco di Giorgio Martini, nato proprio nel territorio della Selva.

L’ORATORIO

L’impianto è a croce greca con una semplice aula sormontata da una piccola cupola con tamburo. È presente anche una cripta con volta a crociera che attualmente ospita la sede museale della Contrada, a cui si accede con una ripida scala da una porticina sulla sinistra della chiesa.

Il campanile a vela è curiosamente disposto perpendicolarmente rispetto alla facciata principale. Le campane sono due: la maggiore, risalente al  Medioevo e recuperata dall’ormai sconsacrata chiesa di San Desiderio, viene tuttora utilizzata per annunciare le cerimonie religiose e chiamare i contradaioli all’Assemblea Generale.

La facciata principale sembra incompiuta: il suo aspetto attuale si caratterizza per la semplice muratura in mattoni faccia a vista con tessitura piuttosto irregolare e sporadici conci lapidei (quasi certamente di recupero) in travertino, pietra da torre e arenaria. Sono molto evidenti anche le buche pontaie e alcune file di mattoni leggermente aggettanti, chiaro indizio di un rivestimento in pietra mai realizzato. Il portale, databile a metà del ‘500, è ornato da una semplice modanatura di travertino con sovrastante trabeazione di stile compiutamente rinascimentale.

L’interno è completamente decorato con affreschi dipinti tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento dai pittori senesi Giovan Paolo Pisani (Presentazione di Maria al tempio), Raffaello Vanni e Pietro Sorri (Incoronazione di Maria Vergine). La Cantoria con l’organo è invece assai più tarda e venne eseguita su disegno di Serafino Belli (1816).

Tra le opere d’arte mobili troviamo invece la Madonna della Selva sull’altare maggiore, un bassorilievo policromo in terracotta e stucco attribuita a Francesco di Giorgio Martini; una tavoletta con Madonna, Figlio e due santi di Benvenuto di Giovanni e sugli altari laterali l’Epifania del pittore senese Astolfo Petrazzi (circa 1630-40) e infine una Crocifissione della tarda maturità di Rutilio Manetti (circa 1630).


Il logo della campagna Save The Church.

Quest’oratorio costituisce soltanto un piccolissimo tassello dell’enorme patrimonio diffuso di beni culturali, architettonici e paesaggistici che costellano le città, i borghi e i paesi d’Italia, e che pur essendo spesso sconosciuto persino agli addetti ai lavori risulta meritevole di tutela.

Ma l’ostacolo principale sono i fondi: gli edifici di pregio sono spesso proprietà di privati, associazioni o confraternite e gli interventi di manutenzione e restauro sono molto costosi… I contributi statali scarseggiano e si cerca quindi di tamponare con le sponsorizzazioni private o il crowdfunding.

La Contrada della Selva, prima fra le Contrade, per finanziare l’urgente restauro della chiesa di San Sebastiano ha ad esempio ideato la campagna Save The Church, “affinché i nostri figli possano ricevere ciò che ci è stato trasmesso dai nostri antenati“: un grandissimo in bocca al lupo per la riuscita dell’operazione!

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