Lo Scorticatore Gentile e la Pieve Desnuda (cit. Beppe Severgnini)
Visto il vivace dibattito suscitato dai due post sulla mia pagina facebook dedicati alla Casa con la Varicella e alle Lacune Inventate nel centro storico di Albenga, ho deciso parlarne anche sul blog in modo volutamente ironico e leggero citando BEPPE SEVERGNINI, che ha idee chiarissime sull’argomento:
<<Avete visto i muri? Mattoni a vista. Dovunque. Mattoni a perdita d’occhio. Mattoni simili, per dimensioni e colore. Mattoni sulle chiese e mattoni sulle case, mattoni sui ristoranti e mattoni sugli ingressi. Ma la Toscana non era una sinfonia di intonaci, creati con materiali locali, in modo da portare i colori dell’ambiente sui muri? Perché, allora, questo scorticamento? Non lo so, ma ho un sospetto: l’Italia vi piace color cotto [Severgnini si rivolge agli stranieri – ndr]. É la riproduzione dei vostri sogni invernali. Noi italiani dobbiamo offrirvela? Forse no, ma lo facciamo.
La nostra volontà di compiacere sta producendo graziosi disastri. Pienza e Montepulciano, Cortona e Casale Marittimo, San Giminiano e Casole d’Elsa: i luoghi più belli sono stati sbucciati con solerzia. In Umbria cercano di tenere il passo (Spoleto, Città della Pieve, persino Assisi). Il risultato è una strana perfezione, un rustico/non rustico che ricorda lo stile neo-Tudor in Gran Bretagna (là tronchi, qui mattoni). Ma quello inglese, almeno, è un revival. Il nostro è un falso.
Perché allora togliere la protezione dell’intonaco dai muri? È come se noi andassimo in giro in costume da bagno d’inverno. Quando vedete il solito archetto di mattoni che galleggia come un sughero sopra una facciata intonacata, sappiate che è passato lo Scorticatore Gentile. Quando entrate nell’agriturismo coi mattoncini gialli (sembra edilizia popolare a Watford: gli inglesi si troveranno a casa), salutate l’Apprendista Scorticatore. Quando v’imbattete nella Pieve Desnuda, pensate: l’architetto che l’ha conciata così si comporta come il cuoco italiano che a New Work mette nel menu le Fettuccine Alfredo. In Italia non le chiede nessuno. Ma gli americani le pretedono, e guai a non dargliele.
Spiegazioni del fenomeno? Ragioni psicologiche (curiosità: vediamo cosa c’è sotto), psicoanalitiche (l’intonaco come il vestito della persona amata), economiche (scorticare vuol dire lavorare, e lavorare significa guadagnare). Però insisto: troppo spesso accettiamo di adeguare l’immagine dell’Italia alle fantasie degli ospiti. Offriamo un’immensa Toscana mentale, che comincia al Tarvisio e finisce a Trapani. Ormai siamo i maggiori produttori mondiali di sensazioni. Forse dovremmo brevettarle e venderle: potremmo rimettere in sesto la bilancia commerciale>>.
Il grassetto è mio, ma le parole sono sue: un’analisi perfetta da un non addetto ai lavori per uno dei fenomeni più dannosi per la nostra edilizia tradizionale.
Il passo è tratto da La testa degli Italiani, un libro del 2005 in cui Severgnini spiega l’Italia con i suoi pregi, i difetti e le contraddizioni immaginando di fare da guida a un amico straniero in un viaggio di dieci giorni alla scoperta del Belpaese.