Gli INGRESSI MONUMENTALI delle ville di campagna dell’Emilia
Le campagne della pianura emiliana sono costellate di splendide ville padronali, spesso costruite nel XVIII o XIX secolo, in cui i proprietari dei latifondi – nobili e ricchi borghesi – potevano ritirarsi nei mesi più caldi e contemporaneamente seguire da vicino i lavori agricoli sulle proprie terre. Si tratta quindi di edifici di grande pregio architettonico e paesaggistico, con interni riccamente decorati; edifici pertinenziali come oratori, serre e giardini d’inverno e ovviamente grandi parchi con viali alberati e giardini all’inglese o all’italiana.
Gli ingressi delle ville di campagna, il “biglietto da visita” della tenuta
Anche l’ingresso – vero e proprio biglietto da visita della tenuta – assume un carattere monumentale: dalla strada – ad esempio la via Emilia – si diramava un lungo viale generalmente in asse con la casa padronale e fiancheggiato da due filari di alberi, normalmente platani o cipressi. L’ingresso vero e proprio era invece dotato di un elaborato cancello di ferro battuto sorretto da pilastri in muratura. Questo assetto, spesso purtroppo ormai cancellato dalle suddivisioni fondiarie successive o dal semplice abbandono, si nota molto bene in due fotografie di inizio ‘900 del parco della Villa Conti-Zambonelli nei pressi di San Giovanni in Persiceto (Bologna), che ritraggono rispettivamente il cancello su strada (Foto 1) e il viale di platani (Foto 2).
In altri casi l’ingresso era invece ancora più elaborato, come si nota ad esempio in una villa sulla strada da Bologna a Sasso Marconi, in cui i cancelli sono addirittura tre: un centrale a due battenti per il passaggio di carri, carrozze e persone a cavallo, e due laterali più piccoli riservati ai pedoni (Foto 3). I cancelli sono sostenuti da pilastri monumentali in muratura originariamente intonacata, con fusto a sezione quadrata decorato a bugnato e un pinnacolo terminale in arenaria gialla sormontato da una piccola sfera (Foto 4). Il tutto è fiancheggiato da due piccoli padiglioni in muratura a pianta ottagonale e copertura conica con funzione di garitte (Foto 5) e delimitato anteriormente da colonnini di pietra che formano una sorta di terrazza.
I pilastri di sostegno dei cancelli: caratteristiche e tipologie
Generalmente gli ingressi sono però più semplici e si limitano a due pilastri in muratura per il sostegno del cancello (Foto 6 e 7). Talvolta – negli accessi secondari in aderenza agli edifici di servizio (ad esempio stalle o magazzini) o se lo spazio è molto angusto – uno dei pilastri viene parzialmente inglobato nella muratura diventando simile a una lesena: lo si nota ad esempio nei ruderi di Villa Talon a Casalecchio (Bologna – Foto 8).
La tipologia dei pilastri è affine a quella già descritta: sono infatti di mattoni, a sezione quadrata (Foto 9), rettangolare, ovale (Foto 10) oppure rotonda (Foto 11), con il fusto liscio (Foto 12), a bugnato o decorato da fasce in lieve aggetto (Foto 6). In origine erano quasi sempre intonacati. L’altezza è compresa tra 2,5 e 5 metri circa in base all’importanza del cancello.
Il terminale era sempre decorato e fungeva da segno di riconoscimento per una particolare villa: i possibili modelli più semplici sono dunque numerosi.
La versione più modesta è un semplice capitello di ordine tuscanico: lo si nota ad esempio in un pilastro molto tozzo a sezione quadrata e fusto bugnato nelle campagne di Medicina (Bologna – Foto 13). Un modello più complesso – attestato in molteplici varianti – oltre a un capitello tuscanico prevede anche una cuspide in pietra di aspetto simile a un pedone degli scacchi: una sorta di fuso tronco-conico viene infatti sovrastato da una sfera in pietra infissa in un puntale di metallo, che può sporgere o meno dall’insieme (Foto 6, 14, 15 e 16)
Talvolta questa sfera assume anche la forma di una pigna, come si nota ad esempio a Villa Talon. In altri casi troviamo invece vere e proprie statue, come le due sfingi visibili sul cancello di una villa nella campagna di Medicina (Bologna – Foto 7 e 10)