Osservando attentamente gli edifici del centro storico si notano moltissimi tiranti antichi, costituiti da lunghe barre o tondini di ferro battuto con un occhiello ad entrambe le estremità. La penetrazione della catena all’interno del muro è impedita da un robusto ancoraggio detto capochiave, generalmente costituito da un paletto di ferro che veniva inserito nell’occhiello e successivamente bloccato con un secondo paletto più corto o un cavicchio, come si nota molto bene in questi esempi (freccia blu) o nel mio rilievo di alcune settimane fa. Per risultare efficace, una catena dev’essere leggermente in trazione. A questo scopo anticamente si riscaldavano le estremità della catena con torce o bracieri e subito dopo si infiggeva saldamente il dispositivo di bloccaggio nell’apposito occhiello: raffreddandosi il metallo si sarebbe accorciato, mettendo in trazione il dispositivo. Naturalmente questa pratica ha il grave svantaggio di non consentire la corretta regolazione del tiro della catena.