Le STUFE A OLLE di tradizione trentina e sud-tirolese

Negli ultimi mesi ho potuto visitare ben cinque castelli del Trentino, per la precisione il Castello del Buonconsiglio, di Beseno, di Stenico, di Thun e di Caldés.
Uno degli elementi che ha maggiormente attirato la mia attenzione sono le stufe a olle con rivestimento di maiolica, presenti come elementi originali ancora in situ (ad esempio nei castelli di Stenico e di Thun), come stufe integre esposte in un museo o come semplici formelle ormai avulse dal contesto originario.

CARATTERISTICHE E FUNZIONAMENTO di una stufa a olle

Le stufe a olle sono manufatti molto massicci, inamovibili perché costruiti in mattoni refrattari rivestiti di mattonelle o pannelli di maiolica spesso riccamente decorati (Foto 1). Di forma cilindrica, parallepipeda o troncoconica, erano costituite da un’ampia camera di combustione direttamente collegata alla canna fumaria mediante due aperture: un’ampio sportello per caricare la legna o il carbone e un piccolo sfiato per l’evacuazione dei fumi (Foto 2).

Stufa a olle rivestita di pannelli di maiolica con decorazioni floreali azzurre su fondo bianco di buona qualità, databile probabilmente alla prima metà del XVIII secolo. Attualmente esposta al Castello del Buonconsiglio (Trento)

Venivano sempre sistemate in un angolo della stanza (Foto 3) e il carico della legna avveniva da un locale adiacente attraverso uno sportello ricavato nella parete (Foto 4 e 5) oppure dalla cappa del camino della stanza accanto (Foto 6): in questo modo non si sporcava l’ambiente con polvere e fuliggine e, nei castelli o palazzi signorili, i membri della famiglia padronale potevano dedicarsi alle proprie attività senza il disturbo della servitù.

La stufa, soprattutto se dotata di piedi che la tenevano sollevata dal livello del pavimento, poggiava su una base in pietra (Foto 7), tavelle in laterizio o piastrelle di maiolica policroma (Foto 8) per evitare il pericolo di incendiare le travi in legno del solaio sottostante.

Si trattava di un metodo di riscaldamento straordinariamente efficiente, perché il materiale refrattario di cui era costituita la stufa accumulava molto calore, restituendolo gradualmente anche quando il fuoco era spento.

Nei semplici masi di campagna l’unica stufa era sistemata nella stube, la stanza di soggiorno riscaldata e completamente rivestita di legno in cui la famiglia si riuniva per consumare i pasti, pregare, ricevere ospiti, passare il tempo e dedicarsi a piccoli lavori di artigianato. Era inoltre circondata da panche e sovrastata da una sovrastruttura in legno simile a un piccolo soppalco per consentire agli abitanti di dormirci sopra o a fianco nei freddi mesi invernali: nei masi infatti le camere da letto, spesso ubicate ai piani superiori, erano piene di spifferi e non riscaldate. Nelle dimore signorili era invece prevista una stufa per ogni stanza.

La DECORAZIONE delle stufe a olle

Le stufe erano quasi sempre riccamente decorate con mattonelle o pannelli di maiolica policroma. Il loro stile e ricchezza decorativa variano ovviamente sia in base all’epoca di costruzione, e quindi al gusto e alle mode coeve, sia alla ricchezza dei proprietari: le stufe delle dimore signorili sono infatti decisamente più elaborate di quelle delle case dei contadini. Spesso inoltre le stufe venivano anche datate e firmate.

Stufa a olle con rivestimento in maiolica e decorazione con temi araldici, motivi geometrici e architettonici (colonne tortili) di qualità non molto elevata; databile probabilmente alla prima metà del XVIII secolo. Attualmente esposta al Castello del Buonconsiglio (Trento)

Le stufe a olle più antiche a noi pervenute, integre o sotto forma di singole formelle, risalgono al XV secolo. In questo periodo, e fino alla metà del XVI secolo erano generalmente a forma di cubo o parallelepipedo e rivestite da formelle in rilievo di maiolica verde, gialla o grigio-azzurra. Gli elementi decorativi più ricorrenti erano gli stemmi araldici nel caso degli esemplari in castelli e palazzi gentilizi (Foto 9, 10, 11 e 12), coppie di sposi, personaggi caricaturali, simboli benauguranti o immagini a soggetto religioso (Foto 13).

Nelle case più povere le stufe erano invece rivestite da semplici mattoni refrattari o pannelli lisci di maiolica in tinta unita (Foto 14).

Nella seconda metà del XVII secolo si assiste a una prima evoluzione: compaiono infatti le stufe con decorazioni policrome, in genere blu, azzurre o verdi su fondo bianco. I temi più comuni comprendono elementi floreali (Foto 15), geometriche, con immagini o simboli sacri (Foto 15 e 16) o di vita quotidiana, personaggi letterari (Foto 17) o stemmi araldici. La qualità di esecuzione è molto variabile: accanto infatti a realizzazione piuttosto rozze (Foto 18) troviamo infatti esemplari estremamente raffinati. Uno di questi è costituito dalla stufa della Stanza del Vescovo nel Castello di Thun, recante la data 1671 e decorata da una serie di piastrelle di maiolica con lo stemma Thun, l’Agnus Dei e un’aquila a una testa, probabilmente un’antica variante dello stemma asburgico (Foto 19). Gli angoli sono invece sottolineati da sottili listelli con delicate candelabre (Foto 20); la base è invece costituita da un pannello di piastrelle di maiolica bianche e blu con disegno a scacchiera (Foto 8).

Le stufe delle abitazioni più modeste ostentano invece una decorazione molto più estemporanea e popolaresca basata sulla giustapposizione apparentemente casuale di decorazioni architettoniche come mensole, cornici e colonne tortili; simboli tradizionali generalmente con significato scaramantico o benaugurale, dediche e motti, date e firme (Foto 18, 21 e 22).

In epoca napoleonica (primi anni dell’800) si diffusero invece le stufe in stile impero, caratterizzate da forma generalmente cilindrica o tronco conica, colore bianco o sfumature pastello ed elementi classicheggianti come scanalature, serti di alloro, lesene e trabeazioni dei cinque ordini classici (dorico, ionico, corinzio, composito e tuscanico, Foto 3, 23 24).

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