Tetti in legno con CAPRIATE DISSIMMETRICHE: caratteristiche e difetti

Oggi vorrei presentare una particolarissima tipologia costruttiva di tetti in legno, che finora ho riscontrato unicamente nell’edilizia minore e rurale modenese.

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

Si tratta di coperture dalla carpenteria lignea estremamente complessa ed elaborata, caratterizzata dalla presenza di capriate (semplici con monaco oppure palladiane) in posizione fortemente asimmetrica rispetto alle falde della copertura e in alcuni casi con luce minore rispetto alla sua larghezza effettiva.

La sue caratteristiche peculiari sono:
– la presenza di un falso puntone che, appoggiandosi al monaco, prosegue la falda di copertura;
– il monaco di altezza maggiore rispetto ai puntoni per consentire un appoggio migliore del falso puntone.

L’uso di questo sistema è riscontrabile essenzialmente in due situazioni:
a) Coperture a una falda: l’uso di normali capriate – anziché di capriate zoppe a un solo puntone – migliora la sicurezza statica dell’insieme.
b) Copertura a due falde con muro di spina in posizione asimmetrica: in questo caso le capriate hanno una luce corrispondente a quella della campata maggiore e appoggiano rispettivamente sulla parete perimetrale dell’edificio e sul muro di spina interno oppure su una fila di pilastri.

Ho potuto esaminare tre diversi esemplari di questo sistema.

Abitazione privata nel centro storico di Modena

La struttura portante è costituita da un’unica capriata semplice con monaco con luce netta di circa m 5,80. Alcuni elementi appaiono nettamente sovradimensionati: la catena e il monaco hanno sezione rispettivamente quadrata con lato di 28 cm e rettangolare con dimensioni di 28 cm 29 x 21 cm. I puntoni sono invece più snelli.  Monaco e catena, perfettamente diritti, sono ben lavorati ad ascia e sega, mentre i due puntoni sono costituiti da semplici tronchi scortecciati e sgrossati ad ascia.

Manca la staffa di collegamento tra il monaco e i puntoni, ma la capriata è stata eseguita a regola d’arte.
Il nodo puntone-catena è risolto con un intaglio a dardo di Giove, privo di reggette o cerchiature metalliche di collegamento (Foto 2). Sono presenti due sottili dormienti in legno che sporgono dalla muratura.
Particolarmente interessante è invece il nodo formato dal monaco, dai puntoni e dal falso puntone (Foto 3): questo è stato infatti tagliato verticalmente in modo da appoggiarsi perfettamente al monaco (prolungato verso l’alto a questo scopo) e presenta una sorta di dente nella parte inferiore, a cui corrispondono esattamente il profilo del puntone destro e un tacca appositamente praticata in esso. In questo modo l’appoggio è nettamente migliore e il falso puntone non può sfilarsi e cadere.

La tipologia di copertura è riconducibile al caso A, tetto a un’unica falda.

Castello di Levizzano presso Castelvetro di Modena

Anche la copertura del castello di Levizzano presenta un’unica falda ed è databile probabilmente agli anni ’20 del Novecento. Le capriate sono di tipo alla palladiana (cioè costituite da puntoni, monaco, catena e saettoni) e formate da travi in legno uso Trieste. La luce è nettamente maggiore ed è presente la staffa di collegamento tra monaco e puntoni.

L’appoggio tra il monaco, il puntone e il falso puntone appare qui assai meno raffinato e sicuro: il falso puntone è stato infatti tagliato obliquamente secondo il profilo del puntone della capriata, lasciando un piccolo dente per l’appoggio sul monaco.

Abitazione rurale nella campagna modenese

Secondo la testimonianza orale del proprietario l’edificio risulta costruito nel 1902. La copertura è riconducibile al caso B, tetto a due falde con muro di spina asimmetrico.

La carpenteria è molto elaborata ma presenta alcuni gravi errori costruttivi. La struttura portante – di tipo alla lombarda – è infatti formata da alcune capriate semplici con monaco, prive della staffa di collegamento con la catena e formate da tronchi a sezione grosso modo rotonda scortecciati e lavorati ad ascia. L’appoggio delle capriate avviene in corrispondenza della muratura perimetrale dell’edificio e su una fila di pilastri interni in mattoni a sezione rettangolare, posti in posizione decentrata.
I due falsi puntoni hanno lunghezze differenti: quello più breve si appoggia infatti al monaco delle capriate, mentre l’altro copre l’intera lunghezza della falda dal colmo alla linea di gronda (Foto 5).  La loro giunzione è stata ottenuta semplicemente tagliando i due pezzi verticalmente e fissandoli con uno o più chiodi alla traditora.
Anche il nodo tra il monaco, il puntone della capriata e il falso puntone non è eseguito a regola d’arte: il falso puntone è stato infatti semplicemente tagliato obliquamente (Foto 6) o ad angolo quasi retto (Foto 7), senza alcun incastro o dispositivo di fissaggio. In una capriata è stato perciò necessario assicurare un collegamento migliore per mezzo di una sottile piattina di ferro, per altro già deformata vistosamente (Foto 6).

L’orditura secondaria è formata da sette arcarecci, uno dei quali funge anche da trave di colmo e un altro è posto in corrispondenza del monaco delle capriate. L’orditura minuta è invece nascosta alla vista da un controsoffitto moderno di arelle o cartongesso.

DIFETTI E DISSESTI CARATTERISTICI

Questa tipologia di copertura comporta una serie di difetti caratteristici localizzati soprattutto nel monaco.

L’appoggio del falso puntone provoca infatti una spinta orizzontale, essenzialmente dovuta a:
– la componente orizzontale dei carichi gravanti sul falso puntone (peso proprio + peso dell’orditura secondaria e del pacchetto di copertura + eventuale carico neve);
– la tendenza a scivolare dell’estremo più basso del falso puntone.

Il risultato è un’evidente rotazione del monaco, che tende a disporsi obliquamente: questo problema è stato riscontrato in tutti i casi descritti (Foto 8, 9 quadrato verde e 10).

La capriata è inoltre sottoposta a un carico molto asimmetrico, perché soltanto uno dei puntoni è sottoposto a flessione dovendo sorreggere gli arcarecci, l’orditura minuta e il manto di copertura, mentre l’altro risulta quasi scarico.

In caso di sollecitazioni particolarmente gravose, soprattutto in presenza di difetti del legno come nodi o ampie fessure da ritiro, si può inoltre verificare un dissesto localizzato per schiacciamento (Foto 11 e 12cerchio blu), facilmente riconoscibile per la perdita della geometria originaria dell’intaglio dei puntoni (Foto 11 e Foto 12linee rosse) e l’evidente deformazione con perdita di parallelismo delle fibre (Foto 11 e Foto 12 linee gialle).

La mancanza della staffa di collegamento tra il monaco e la catena provoca invece il disassamento della capriata, con conseguente dislocazione del monaco rispetto alla catena e perdita di complanarità: il problema è stato riscontrato in forma lieve nell’abitazione del centro storico e molto più grave nell’abitazione rurale (Foto 13, 14 e 15). Qui il disassamento delle capriate è progressivo e denota il loro accatastamento (cioè la perdita di verticalità) in un unica direzione, forse dovuto alle sollecitazioni orizzontali del terremoto del 2012 su una struttura molto snella, con nodi deboli e priva di controventamenti adeguati.

2 thoughts on “Tetti in legno con CAPRIATE DISSIMMETRICHE: caratteristiche e difetti

  • December 18, 2018 at 1:19 pm
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    Volevo sapere se un edificio è del trecento, come si fa a dire che è del quattrocento?

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    • December 18, 2018 at 1:42 pm
      Permalink

      Un edificio storico, come appunto un palazzo medievale del’300, ha sicuramente subito delle modifiche nella sua storia. E’ perciò sicuramente possibile – ed anzi molto probabile – che un abbia alcune parti posteriori alla sua costruzione.
      Ti faccio alcuni esempi:
      – DUOMO DI MODENA – costruito nel XII secolo, è quindi un edificio altomedievale, ma con numerosi elementi più tardi: il rosone e le due torrette della facciata principali o le volte risalenti alla seconda metà del Trecento.
      – PALAZZO VECCHIO A FIRENZE – edificio trecentesco, ma con un tetto CINQUECENTESCO progettato dal grande architetto Vasari, a cui si deve la soprelevazione del palazzo e la decorazione interna del Salone del Cinquecento (affreschi e controsoffitto intagliato in legno).
      – SAN PETRONIO A BOLOGNA – Chiesa tardomedievale, conserva all’interno alcune cappelle con decorazione barocca.

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