I portici di Bologna: SEGNALI DI PUBBLICA UTILITÁ della SECONDA GUERRA MONDIALE
Tra il 1943 e il 1945 le città italiane subirono pesanti incursioni aeree da parte degli Alleati, che comportarono gravissimi danni e numerosi morti: a Bologna, che tra il settembre del ’44 e l’aprile del ’45 si trovò proprio a ridosso della cosiddetta Linea Gotica, i bombardamenti furono molto pesanti e comportarono la distruzione di vaste porzioni del centro storico.
L’UNPA, Unione Nazionale di Protezione Antiaerea
Per cercare di ridurre il numero delle vittime e istruire la popolazione su cosa fare durante i bombardamenti, fin da 1934 il governo fascista creò l’UNPA, un’organizzazione di protezione civile formata da volontari (e successivamente anche da soldati ad essa assegnati) che daL 1940 assunse un ruolo assai rilevante.
Tra i suoi compiti principali rientravano infatti:
– Il funzionamento del sistema di allarme garantito da apposite sirene;
– La gestione dei rifugi antiaerei allestiti generalmente nelle cantine di alcuni palazzi o nei sottopassaggi pedonali;
– L’istruzione della popolazione civile mediante l’affissione di manifesti, la distribuzione di opuscoli, l’esecuzione di esercitazioni nelle scuole e sui posti di lavoro;
– Il soccorso alle vittime dei bombardamenti;
– Garantire il rispetto dell’oscuramento notturno, necessario per impedire ai bombardieri di localizzare con esattezza i centri abitati;
– L’apposizione e manutenzione della segnaletica di pubblica utilità.
Quest’ultima era infatti fondamentale soprattutto per segnalare i rifugi, la posizione di idranti, le uscite di emergenza o le cisterne d’acqua antincendio; comunicare indirizzi e numeri di telefono di emergenza, e così via. La sua creazione venne disposta dal Ministero dell’Interno il 30 gennaio 1941 con una circolare che raccomandava “l’ubicazione di grafici (ovvero di cartellonistica) indicanti l’accesso ai ricoveri pubblici antiaerei, illuminati di notte da una lampadina azzurrata protetta verso l’alto”. Questi segnali sono ormai testimonianze preziose da tutelare e restaurare.
I segnali di pubblica utilità del centro storico di Bologna
Grazie alla massiccia presenza di portici (lunghi complessivamente più di 36 chilometri) che proteggono le facciate degli edifici dalle intemperie, il centro storico di Bologna è particolarmente ricco di questi segnali.
Pur non esistendo una vera e propria standardizzazione a livello nazionale, sono simili in tutta Italia. Si tratta generalmente di lettere, scritte o sigle nere racchiuse da cerchi o rettangoli bordati di nero. L’ingresso dei rifugi e la posizione di altri elementi utili era invece indicata da una freccia. Per evitare inoltre che i bombardieri colpissero per errore obiettivi non militari, i tetti di scuole, asili, ricoveri per anziani, sanatori, ospedali e case di cure erano contrassegnati da grandi croci rosse su sfondo bianco, replicate a scala minore anche sulle facciate (Foto 1); mentre i tetti dei musei, delle principali chiese e degli edifici di interesse storico artistico recavano gran di rettangoli divisi diagonalmente a metà (una bianca e una nera) su sfondo giallo.
Passeggiando per il centro storico di Bologna possiamo dunque notare:
– Le indicazioni dei rifugi, costituite appunto dalla scritta “Rifugio” a caratteri cubitali su sfondo nero con una freccia che ne segnava l’ingresso (Foto 2), oppure dall’indicazione del numero o della lettera del rifugio medesimo (Foto 3).
– I contatti di emergenza (Foto 4), con numeri e indirizzi da contattare durante i bombardamenti.
– Le indicazioni degli idranti, costituite da una grande I maiuscola racchiusa in un cerchio bianco con bordo nero (Foto 5).
– Le indicazioni delle uscite di sicurezza, costituite dalla sigla US (Uscita di Sicurezza) racchiusa in un cerchio bianco con bordo nero e freccia di segnalazione (Foto 6 e 7);
– Le prese d’aria dei rifugi, indicate da una lettera V (Ventilazione – Foto 8): si trattava di segnali molto importanti per i soccorritori, perché in caso di crolli indicava i punti da liberare dalle macerie con priorità assoluta.