Ricostruzione post-sisma: una legge di 100 anni fa

I danni a Citerna. Immagine tratta da http://www.storiatifernate.it/allegati_prod/01B-f-terremoto.pdf

Il 26 aprile 1917 alle 11:35, in piena Prima Guerra Mondiale, l’alta Valle del Tevere fu scossa da un violentissimo terremoto, con una durata di circa 10 secondi e un’intensità del IX-X grado della scala Mercalli. L’epicentro fu nella zona di Monterchi e Citerna, al confine tra le provincie di Arezzo e Perugia.

Gli effetti furono disastrosi, a Monterchi si contarono 23 morti e 35 feriti. Monterchi e Citerna vennero praticamente distrutte, si segnalarono gravi danni anche nelle vicine Anghiari, Lugnano e Sansepolcro ed effetti più lievi a Città di Castello. I soccorsi alla popolazione furono rallentati dalla scarsità di uomini validi dovuta alla guerra.

Ma l’aspetto forse più interessante di questo terremoto furono le prescrizioni per la ricostruzione emanate appena 40 giorni dopo le scosse dal Genio Civile di Arezzo, di cui vorrei proporre una trascrizione integrale (tratta dal libro di Giovanni Cangi, Mauro Caraboni e Alessandro De Maria, Analisi strutturale per il recupero antisismico):

CORPO REALE DEL GENIO CIVILE
Ufficio speciale per il servizio terremoto di VILLE MONTERCHI (Arezzo)

DISPOSIZIONI e norme tecniche da osservare per le riparazioni da eseguire nelle località danneggiate dal terremoto del 26 Aprile 1917

Uno scorcio del borgo di Citerna oggi.

Per le riparazioni i proprietari degli stabili dovranno seguire le sane regole dell’arte in modo da ridurre il fabbricato in condizioni di stabilità soddisfacente.
Più particolarmente saranno da osservare le seguenti norme:

1) Le volte esistenti saranno tollerate a condizione espressa che non siano lesionate o siano impostate su muri lesionati o strapiombanti e purché sia provveduto ad eliminare le spinte con l’apposizione di robuste catene o chiavi tiranti.

2) Al posto delle volte spingenti saranno sostituiti, specie negli ultimi piani, impalcati o soffitti piani.

3) Le scale dovranno possibilmente poggiare sopra a due muri; in caso contrario debbono poggiare sopra intelaiature di legno o di ferro o di cemento armato.

4) I tetti dovranno essere resi non spingenti con l’apposizione di opportune catene.

5) Le condotte e le canne di scarico di qualsiasi specie dovranno essere disposte in modo da non intaccare le murature, ma da permettere anzi l’integrazione ove l’indebolimento sia avvenuto.

I danni a Monterchi. Immagine tratta da http://www.storiatifernate.it/allegati_prod/01B-f-terremoto.pdf

6) Gli edifici lesionati dovranno essere rinforzati da collegamenti di ferro orizzontali all’altezza dei diversi piani e a quella della gronda.

7) Le murature comunque lesionate che presentano strapiombo eccezionale da non poter essere ricondotte verticali con l’uso di chiavi tiranti di ferro, dovranno essere demolite, quelle invece che non presentino i caratteri anzidetti dovranno essere riparate riprendendone la costruzione per ciascuna lesione con murature da farsi esclusivamente con buona malta, fino ad immorsarsi con profondi attacchi con la parte sana.

8) Le travature dei solai dovranno, almeno ogni tre, poggiare su tutta la grossezza dei muri ed essere collegate con il telaio di consolidamento ove esiste.

I danni Monterchi. Immagine tratta da http://www.storiatifernate.it/

9) I soffitti ed i rivestimenti dei solai da rifarsi, dovranno formarsi con materiali leggeri quali tele, assicelle, cartone, lastre sottili, reti metalliche, canne schiacciate e simili.

10) Le nuove murature in luogo di quelle demolite dovranno essere fatte con buona malta e mattoni ovvero pietrame, rimanendo esclusi i ciottoli arrotondati.

Si avverte infine che ciascun proprietario prima di procedere ai lavori di riparazione dovrà renderne edotto l’Ufficio del Genio Civile al quale presenterà la descrizione dettagliata dei lavori che intende di fare i quali saranno dall’Ufficio stesso sorvegliati.

Ville Monterchi, 5 Giugno 1917″.

Come si vede, una serie di ottime prescrizioni, di lettura molto agevole e di facile comprensione, tuttora validissime e sicuramente applicabili nel restauro strutturale e miglioramento sismico degli edifici tradizionali. Molto interessante inoltre l’esplicita menzione del cemento armato, per l’epoca un materiale in uso da appena vent’anni e perciò ancora innovativo.


Fonti
Le notizie storiche e le fotografie sono tratte dal sito www.storiatifernate.it. Per la trascrizione integrale della legge sulla ricostruzione si veda invece Giovanni Cangi, Mauro Caraboni, Alessandro De Maria, Analisi strutturale per il recupero antisismico, DEI, Roma, 2010.

 

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