Ricostruzione di un MARCIAPIEDE IN AMMATTONATO della campagna bolognese

Gli antichi costruttori hanno sempre cercato di operare al meglio delle proprie possibilità, spesso confrontandosi con una grande scarsità di mezzi e materiali, particolarmente evidente soprattutto nell’edilizia rurale destinata a funzioni di servizio e quasi sempre priva di decorazioni intenzionali. 
Casa rurale fatiscente a Medicina, a cui appartiene il marciapiede in ammattonato descritto in questo post

Tuttavia, l’uso di sistemi costruttivi e materiali locali, poco costosi o facilmente reperibili ha prodotto soluzioni formali e funzionali di notevole bellezza: ne abbiamo visto un esempio esaminando l’antico pavimento di cotto di un ambiente di servizio.

Oggi vorrei invece presentare il marciapiede in ammattonato di una tipica casa rurale della campagna bolognese nel comune di Medicina: l’edificio, completamente abbandonato, è purtroppo molto degradato e ormai pericolante.
Anche il marciapiede versa in pessimo stato di conservazione e ne rimangono ormai pochi resti, tuttavia sufficienti per tentarne la ricostruzione ipotetica.

Il marciapiede è costituito da mezzane o più probabilmente mattoni bolognesi disposti di piatto e con giunti sfalsati. Il modulo base è di due mattoni e mezzo (circa 70-72 cm) a cui va sommata una bordura perimetrale in mattoni di coltello, per una larghezza totale di circa 100 cm. Per stimare la larghezza del marciapiede, che non ho potuto rilevare perché il pessimo stato di conservazione dell’edificio sconsigliava di avvicinarsi a ridosso delle murature perimetrali, mi sono basata sulle dimensioni più comuni del mattone bolognese, cm 28 x 14.

In corrispondenza dello spigolo dell’edificio era posto un paracarro a sezione quadrata di pietra grigia – probabilmente pietra serena – di cui si intravvede ancora la porzione basamentale. Molto interessante è anche la tessitura dei mattoni in corrispondenza dell’incrocio, disposti con cura ma privi di complessi tagli a 45°.

Davanti all’ingresso della casa si trovava invece una sorta di “passatoia” formata da 11 file di sei mattoni ciascuna, delimitata ai lati da una fascia di mattoni di piatto e da una piccola bordura di mattoni per coltello. Le sue dimensioni complessive sono quindi di circa cm 168-170 (larghezza) x 156 (lunghezza). La sua curiosa posizione, leggermente asimmetrica rispetto al portone, mi sembra invece spiegabile con la volontà di non tagliare i mattoni del marciapiede.

Era una soluzione semplice ma di grande impatto estetico, come si nota esaminando la ricostruzione ipotetica dell’intero ammattonato.

Non ho potuto invece esaminare in dettaglio la tecnica costruttiva, ma – sulla base di altri ammattonati storici – possiamo ipotizzare il seguente ciclo di lavorazione:
1) Preparazione del piano di posa livellando con cura il terreno e predisponendo un adeguato strato preparatorio di sabbia o ghiaia ben costipata.
2) Montaggio dei riferimenti, costituiti molto probabilmente da picchetti e cordini da usare come riferimento sia per l’allineamento complessivo del marciapiede, sia come quota per il piano di calpestio dell’ammattonato finito.
3) Allettamento delle bordure dei mattoni di coltello, eseguito battendo delicatamente ciascun mattone con un mazzuolo di legno fino a raggiungere il livello prefissato.
3) Allettamento dei mattoni di piatto su un letto di malta di calce e sabbia.
4) Montaggio del paracarro in pietra.
5) Stuccatura delle fughe tra i mattoni con sabbiella fine ben costipata.

Come già anticipato lo stato di conservazione è pessimo, con una situazione di gravissimo degrado caratterizzata da ampie lacune, estesa presenza di vegetazione infestante, erosione, polverizzazione e disgregazione dei mattoni: un futuro intervento di recupero dovrà necessariamente prevedere l’accurato rilievo dei resti ancora esistenti, il recupero dei mattoni ancora utilizzabili e la fedele ricostruzione del marciapiede utilizzando i mattoni originali integrati da altri di recupero o di produzione artigianale in fornaci tradizionali.

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