Consolidamenti tradizionali: lo SCUCI-CUCI

Terzo post sulla tecniche di consolidamento tradizionale, questa volta dedicato alla sarcitura di lesioni passanti con la tecnica dello scuci-cuci.

Si tratta di un metodo antichissimo, già utilizzato nell’antica Pompei per riparare i danni del terremoto del 62 dopo Cristo: nel forno del panifico dell’Insula dei Casti Amanti – in muratura di pietrame successivamente intonacata – si nota infatti una lesione risarcita in questo modo (Foto 1 e 2rettangolo blu).

Il suo presupposto è molto semplice: eliminare una lesione passante ricostruendo una piccola porzione di muratura a cavallo di essa. Si procede “per cantieri“, cioè per piccole porzioni, eliminando i mattoni o le pietre spezzate e sostituendole con mattoni nuovi legati con malta di calce aera o idraulica naturale. Anche le riparazioni di pareti  in ciottoli o pietrame vengono eseguite con mattoni per motivi di semplicità di lavorazione e facilità di approvvigionamento. Se la muratura ha uno spessore maggiore di circa 50 cm o tre teste di mattoni, nel caso di una lesione passante si agisce contemporaneamente su entrambi i lati (interno ed esterno), mentre se la lesione è non passante si ripara il solo paramento ammalorato.

Bologna, Palazzo d’Accursio: esempio di antica sarcitura di una lesione con la tecnica dello scuci-cuci. L’intervento è facilmente riconoscibile per il colore più scuro dei mattoni

Storicamente lo scuci-cuci veniva utilizzato in quattro diverse situazioni:
– per la sarcitura di lesioni passanti;
– per la ricostruzione delle porzioni di una muratura particolarmente ammalorate in seguito alla disgregazione dei mattoni per l’umidità di risalita capillare: questo è un caso molto comune ad esempio negli edifici di Venezia, il cui basamento è stato spesso ricostruito o rinforzato più volte nel corso dei secoli;
– per il tamponamento di nicchie o canne fumarie in breccia;
– per la riparazione di brecce o crolli parziali.

Nell’analisi della vulnerabilità sismica o dell’efficienza strutturale di un edificio storico è perciò molto importante riconoscere i segni degli antichi interventi a scuci-cuci e interpretarne la tipologia per due motivi:
1) verificare la presenza di dissesti inattivi e storicizzati, ma fondamentali per ricostruire la storia dell’edificio e valutarne gli elementi di debolezza;
2) riconoscere la presenza di nicchie interne e canne fumarie incassate nella muratura, pericolosi elementi di discontinuità che in caso di terremoto fungono da punto preferenziale per la formazione di lesioni a taglio diagonale (meccanismi di danno di II modo) e il ribaltamento di porzioni del fronte (meccanismi di danno di I modo).

Una muratura rimaneggiata generalmente si distingue grazie al diverso colore dei mattoni e della malta o alla differenza nell’apparecchio murario (mattoni con dimensioni leggermente diverse, una differente tessitura, filari orizzontali più o meno ordinati rispetto alle porzioni originarie e così via – Foto 3, 4 campitura verde,e 6 campitura rossa).
Generalmente anche il riconoscimento della tipologia di scuci-cuci è abbastanza agevole, perché le lesioni risarcite tendono ad avere un andamento inclinato o irregolare e si trovano soprattutto tra le bucature o vicino ai cantonali (Foto 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13 e 14); mentre le canne fumarie interne sono marcatamente verticali, si trovano in corrispondenza di un comignolo e sono spesso tamponate con mattoni in foglio o murature a una testa (Foto 15 e 16). Anche le nicchie interne presentano analoghe caratteristiche, ma la loro forma è tendenzialmente rettangolare o irregolare (Foto 17).

Occorre inoltre valutare se una sarcitura a scuci scuci costituisce essa stessa un elemento di vulnerabilità sismica. Questo si verifica soprattutto quanto:
– la sarcitura non è correttamente ammorsata con le porzioni originarie della muratura;
– è stata utilizzata una malta molto più resistente o viceversa più scadente di quella iniziale.

In alcuni casi si notano infine le tracce di più sarciture sovrapposte o di lesioni che si sono riformate, spesso in corrispondenza della porzione di muratura ricostituita (Foto 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13 e 14). Questo avviene quando si è intervenuti sulla lesione senza rimuovere le cause del dissesto: è il tipico caso di un cedimento del terreno in cui la fondazione non è stata consolidata adeguatamente o del fuori-piombo di una facciata priva di catene.


Per maggiori dettagli operativi sulla tecnica dello scuci-cuci si veda il Manuale delle murature storiche, volume II – Schede operative per gli interventi di restauro strutturale, DEI Tipografia del Genio Civile.

2 thoughts on “Consolidamenti tradizionali: lo SCUCI-CUCI

  • April 28, 2019 at 2:17 pm
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    Complimenti! Non ho mai letto un post così interessante! Si vede prorpio subito che c’e tantissimo lavoro dietro e degli ottimi copywriter. Certo che a trovare di persone che scrivano in questo modo è proprio da innamorarsi e pagarli fior di soldi per avere articoli di una certa qualità.

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    • April 29, 2019 at 10:05 am
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      Buongiorno, la ringrazio moltissimo per i complimenti che sono estremamente graditi!
      In realtà il blog è gestito interamente da me (Elena Matteuzzi) compresa l’ideazione e scrittura dei post. Ogni post richiede mediamente da mezza a una giornata di lavoro.
      All’attività di architetto (i miei servizi sono descritti nel sito) affianco anche l’attività di gestione del blog e due collaborazioni con portali di architettura: per uno di essi (Teknoring) scrivo articoli specialistici di restauro.

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