L’antico SISTEMA DI CHIUSURA delle chiese barocche di Rende

Le chiese barocche più importanti sono dotate quasi sempre di tre portali sulla facciata principale: uno centrale di grandi dimensioni, normalmente utilizzato in occasione delle processioni e delle feste più solenni, e due più piccoli ai lati di uso quotidiano. Le chiese più piccole hanno invece un solo ingresso che assolveva entrambe le funzioni.
Le porte, generalmente molto elaborate, sono divise in due battenti spesso riccamente decorati da pitture, intagli, modanature o borchie sagomati, e dotate di meccanismi per regolare il flusso dei fedeli: un sistema di controporte e bussole interne come quello della chiesa di San Domenico a Rutigliano (Bari) e due sportelli di minori dimensioni in ciascun battente (Foto 1 e 2).

In questo modo era possibile consentire l’accesso in chiesa senza aprire completamente la pesante porta.

Il SISTEMA DI CHIUSURA delle chiese barocche

Questa caratteristica si nota in tutte le chiese principali di Rende in provincia di Cosenza e cioè:
– Santa Maria Maggiore o Chiesa Madre;
– San Michele;
– Santa Maria di Costantinopoli;
– Chiesa del Rosario.

Molto interessante è anche il sistema di chiusura formato da due parti ben distinte: la chiusura esterna e quella interna.
La prima si nota molto bene ad esempio nella chiesa di San Michele ed è costituita da un lungo e robusto chiavistello metallico che veniva semplicemente infilato in alcuni occhielli infissi sul bordo dei battenti e successivamente bloccato con una serratura (Foto 3 e 4): il buco per l’inserimento della chiave si nota un po’ più a destra.

Il chiavistello non era però sufficiente a bloccare in maniera efficace i due battenti, che conservavano una certa possibilità di movimento. Per bloccarli completamente si usata perciò un secondo sistema di chiusura posto internamente formato da un grosso palo in legno a sezione circolare con un diametro di circa 10 centimetri e una lunghezza leggermente superiore a quella dei battenti, che veniva inserito in appositi incavi ricavati negli stipiti del portale e bloccati al centro, contro la chiusura dei battenti, con un cuneo o una zeppa in legno (Foto 5).
Gli incavi sono di forma differente: il primo è un semplice cilindro (Foto 6 e 7), mentre il secondo è un parallelepipedo nettamente più grande rispetto al palo (Foto 8) oppure una L rovesciata. Il palo veniva quindi posizionato con tre operazioni in rapida sequenza:
1) inserimento della prima estremità nel foro cilindrico;
2) inserimento nel foto quadrato o a forma di L: in questo secondo caso veniva semplicemente fatto scorrere attraverso la scanalatura (in lato lungo della L) e quindi messo in posizione per semplice gravità (Foto 9 e 10);
3) Bloccaggio con il cuneo in legno.

Il palo interno poteva essere posizionato in basso, a circa m 1,50-1,70 rispetto al terreno, in modo da chiudere anche i due piccoli sportelli aperti nei battenti (Foto 11), oppure superiormente a questi per consentire il passaggio senza rimuovere il sistema di chiusura della porta (Foto 12).

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