I mandolati, PARETI A GRATICCIO DI COTTO nell’edilizia rurale italiana

Quinto post sull’architettura rurale, questa volta dedicato ai mandolati, ovvero gli stupendi trafori di cotto tipici dell’architettura rurale dell’Italia centrale e settentrionale.


Scopo e funzione delle PARETI TRAFORATE

Nell’edilizia rurale sono sempre stati concepiti e utilizzati spazi di servizio per il deposito degli attrezzi; funzioni specifiche come stalle e porcilaie o la conservazione del raccolto: tra questi ultimi ha sempre avuto un ruolo importantissimo il fienile, destinato all’immagazzinamento del foraggio indispensabile per nutrire gli animali nei lunghi mesi freddi.

È uno spazio ricavato in tre modi:
– al piano superiore della stalla (link);
– in un’ala appositamente dedicata, quando tutte le funzioni sono raggruppate in un unico edificio spesso molto grande;
– nel sottotetto oppure ai piani superiori dell’abitazione, una soluzione molto comune  nelle ristrutturazioni degli edifici preesistenti.

Il fienile – destinato anche alla conservazione di frutta, ortaggi e granaglie – è facilmente riconoscibile per le pareti traforate di mattoni o elementi in cotto, necessarie a garantire la circolazione d’aria che impedisce ai prodotti di marcire. Nel corso del tempo questi elementi prettamente funzionali hanno assunto anche un valore estetico importante, caratterizzando l’architettura rurale con una molteplicità di soluzioni differenziate in base alle tradizioni e alla cultura costruttiva di ciascuna zona.

Questi graticci – propriamente definiti mandolati – hanno forma, posizione ed estensione molto variabili:
– intere pareti di tamponamento tra i pilastri in muratura nel caso di edifici interamente adibiti a fienile o granaio (Foto 1 e 2);
asole rettangolari in capanni o costruzioni a più funzioni (Foto 3, 4 e 5);
asole romboidali (Foto 6) o veri e propri rosoni nei sottotetti (Foto 7);
– semplici finestre tamponate ai piani superiori delle abitazioni (Foto 8).

Abaco delle principali TIPOLOGIE DI MANDOLATI

Dal punto di vista costruttivo i mandolati sono realizzati:
– con normali mattoni per le murature;
– con mezzane o tavelle da solaio;
– con pezzi speciali ornamentali di fattura antica o più moderna.

Vediamo dunque alcune delle soluzioni più diffuse.

Mandolati di mattoni, mezzane o tavelle da solaio

Ho riscontrato i mandolati di mattoni nell’edilizia rurale di Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Umbria.

Gli schemi più diffusi sono:
a scacchiera semplice nelle due varianti con uno (Foto 9 e 10) oppure tre mattoni sovrapposti (Foto 11 e 12), per uno spessore di una testa;
a scacchiera semplice con mattoni posti in foglio (Foto 13 e 14);
a croce, con spessore della muratura pari ad una testa (Foto 15 e 16);
a graticcio con corsi alternati di mattoni di piatto e mattoni in foglio disposti obliquamente (Foto 4, 17, 18 e 19): si tratta di una soluzione tipica della Toscana;
a triangoli (Foto 3, 20, 21 e 22);
a graticcio inclinato con corsi alternati di mattoni alternati e in foglio disposti a 45° (Foto 23 e 24);
a graticcio verticale in mezzane da solaio (Foto 25 e 26).

Talvolta nella stessa parete coesistono due o più modelli di mandolati, come si nota ad esempio in un edificio diroccato nella campagna di Modena (Foto 27) o in alcuni esempi di Piemonte e Lombardia (Foto 28).

Mandolati di pezzi ornamentali in cotto

Esiste inoltre una ricca serie di graticci formati da pezzi ornamentali in cotto appositamente fabbricati, di cui esiste un’infinita varietà di forme, modelli e dimensione: qui ne presento solo alcuni a titolo esemplificativo. Sono modelli antichi di produzione artigianale lavorati in modo simile ai mattoni oppure pezzi più recenti stampati per estrusione in stabilimenti industriali.

I formati più diffusi sono quattro:
– pezzi quadrati con decorazioni geometriche in rilievo (Foto 29, 30, 31, 32 e 33);
– pezzi rettangolari con decorazioni geometriche in rilievo (Foto 34 e 35);
– pezzi sagomati, ad esempio a segmento circolare (Foto 36 e 37);
– pezzi trafilati (Foto 38, 39, 40 e 41).

Le soluzioni alternative: i GRATICCI IN PIETRA E LEGNO

Nelle zone più marginali soprattutto montane, dove i mattoni erano difficili da trasportare e perciò molto costosi, si ripiegava su graticci in pietra o legno.

Un graticcio in pietra è visibile ad esempio in un edificio rurale di Settimo Vittone (Torino): si tratta di uno schema a graticcio verticale formato da lastre di pietra grigia fortemente stratificata (probabilmente di costituzione simile all’ardesia) in sostituzione dei corsi di mattoni orizzontali, e massi oblunghi disposti in verticale (Foto 42). Il risultato è concettualmente simile al graticcio verticale in mezzane da solaio (Foto 25 e 26) ma il traforo è meno fitto.

I graticci in legno sono invece tipici dell’edilizia rurale del Trentino e si trovano sempre nel sottotetto delle abitazioni. Generalmente formati da pochi elementi in legno orizzontali oppure inclinati, hanno maglie molto larghe e spesso si presentano in aggetto (Foto 43, 44 e 45).

VULNERABILITÁ SISMICA INTRINSECA delle pareti traforate

Dal punto di vista statico e sismico i mandolati in cotto e pietra sono intrinsecamente vulnerabili per numerose ragioni:
– si tratta di pareti molto sottili (una testa di mattone o ancor meno);
– non sono correttamente ammorsati con i pilastri dell’edificio o la muratura circostante;
– i giunti di malta sono molto ridotti a causa della loro stessa natura di graticcio a traforo.
Il loro Indice di Qualità Muraria è perciò molto basso.

Questo fatto si nota molto bene nel caso di un edificio parzialmente crollato o con dissesti importanti: le pareti a traforo tendono infatti a crollare per prime (Foto 46) oppure a perdere localmente la propria forma caratteristica in seguito all’accatastamento disordinato dei mattoni (Foto 47 e 48 cerchio giallo).
Il problema si presenta a scala minore anche nei tamponamenti delle finestre.

In caso di terremoto la maggiore criticità dei mandolati è perciò la loro estrema vulnerabilità al ribaltamento (Meccanismi di danno di I modo) e l’intervento di miglioramento e messa in sicurezza risulta molto arduo.

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